Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
La mangiatoia d'oro
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 306, p. 3
Data: 25 dicembre 1955


pag. 3




   Luca Evangelista ripete due volte che Gesù, appena nato. fu deposto in una mangiatoia. Quando Elena. madre dell'imperatore Costantino, volle far costruire una fastosa basilica sulla grotta della Natività, ornata di marmi e di metalli preziosi secondo il suo gusto di levantina arricchita, volle che nel posto della mangiatoia rustica fosse collocato un cofano d'oro massiccio.
   L'idea di Elena, ispirata da una devozione sincera ma cafonescamente barocca, era talmente sbagliata che provocò, con l'andare del tempo, il sacrilegio e la rapina. Sappiamo da una lettera di San Girolamo che un giovane, Sabiniano, si serviva di quel cofano per far pervenire di nascosto le sue ardenti lettere d'amore a una ragazza di Betlemme. Più tardi i conquistatori musulmani saccheggiarono la troppo ricca basilica e anche il cofano d'oro sparì mentre i predoni arabi non si sarebbero curati di una comune mangiatoia.
   La vera mangiatoia della grotta non era soltanto un segno di più della miseria e umiltà che dovevano accompagnare la nascita di Gesù ma era soprattutto un simbolo profetico del suo futuro destino. La mangiatoia è fatta per contenere il cibo e Gesù sarà il cibo di quelli che crederanno in Lui. La Cristofagia è uno dei doveri essenziali di tutti coloro che hanno fede nel Figlio dello Spirito Santo.


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